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La storia

Viaggiatori del tempo ripartite da qui, dal Pleistocene, tra 33.000 e 27.000 anni fa. Se amate la storia e volete fare un salto indietro nel tempo; esplorare luoghi antichissimi, rimasti a lungo nascosti al turismo di massa, non perdete l’occasione di conoscere l’Ager Falernus a Falciano del Massico (Fauciano). Questo piccolo borgo di 3.500 abitanti, nato nel X secolo e diventato ufficialmente Comune nel 1964, si trova in un territorio che affonda le sue radici nel Pleistocene. Fu abitato dall’uomo di Neanderthal dai Pelasgi, dagli Osci agli Etruschi e, infine, dai Romani che ne fecero luogo d’elezione per la villeggiatura e la produzione del vino Falerno, decantato da Orazio, Virgilio, Catullo, Cicerone e Marziale. Lasciatevi affascinare dal passato. Fare un salto a Falciano del Massico è un’altra storia.

PREISTORIA

Furono popolazioni provenienti da aree esterne all’Europa, tra 33.000 e 27.000 anni fa, a porre fine alla presenza dell’uomo di Neanderthal in queste zone. A testimonianza di ciò in contrada Grottolella c’era una grotta preistorica dove sono stati ritrovati resti di Ursus spelaeus e preziosi reperti di industria litica, tra cui una piccola punta triangolare.
A metà costa del monte, potete ancora visitare la Grotta dell’Angelo. Una caverna misteriosa che fu abitata già nel Pleistocene. Il suo fornice è ampio un centinaio di metri e, dalla sua volta, scendono lunghe stalattiti, come colonne di un antico tempio. Sul fondo, si trova una costruzione ad arco che ha destato la curiosità di antropologi e archeologi.

EPOCA ROMANA

LA VIA FAUSTIANA

Una diramazione della via Appia, la Faustiana, passava accanto al Monte Massico sino alla località Pietra di Sbirri e poi procedeva sino a Foro Popilio, con una via lastricata detta “la Strada del Re”, mettendo in comunicazione tutte le ville fortificate a metà costa con quelle che sorgevano lungo il lato orientale della montagna. I costruttori romani trovarono il materiale per costruirla nelle cave di pietra del Massico. Il terreno era paludoso e c’era da risolvere il problema di scolo delle acque. Ricoprirono il percorso in terra battuta con un massetto compatto di pietre e poi deposero sopra tutto delle lastre squadrate di rocce di travertino.

ETà BARBARICA E ALTO MEDIOEVO

Al tempo delle invasioni barbariche la popolazione fuggì, i campi furono abbandonati lasciando spazio agli animali selvatici. I Saraceni portarono poi ulteriore povertà e devastazione.
Nell’Alto Medioevo, tuttavia, alcune comunità tornarono ad abitare le pendici del Monte Massico, creando due centri: Falciano Capo e Falciano Selice. Questi si unirono poi per dare vita all’attuale Falciano del Massico. Il nucleo del borgo ruotava attorno a diversi edifici religiosi, come Santo Laro (monastero del 944 d.C); la Chiesa di Santa Maria Boccadoro costruita a nord del caseggiato del Capo, abbandonata nel 1640, i cui arredi furono traferiti alla nuova Chiesa di San Pietro; la Chiesa di San Rocco e Martino (XVI secolo) poi trasferita nella Chiesa Santoianni accanto a Porto di Carro, solo per citarne alcuni.